Particolare della tela cinquecentesca vedi dettagli
La facciata della Basilica della Misericordia vedi dettagli
Il portale della Basilica vedi dettagli
Orario di apertura:
Ore 8:30-12;00, 16,00-18,00
Orario di Sante Messe:
Ore 17:00 (orario feriale - invernale/estivo) -
Ore 9:30, 17:00 (orario festivo - invernale/estivo)
La facciata e l'atrio interno furono progettati ed eseguiti entro il 1736 da Francesco Vici "capo mastro muratore", di Rocca Contrada (attuale Arcevia, in provincia di Ancona) che realizzò tutto il piano di rifacimento del tempietto del 1497 redatto dall'architetto Luigi Vanvitelli.
La scritta in alto, al centro del timpano della facciata, riporta il titolo del Santuario: Mater Misericordiae.
Nel rettangolo sottostante si legge il nome della custode e proprietaria della chiesa (dal 1574): "Della Venerabile Confraternita della SS. Trinità di Macerata".
Più in basso, sotto il cornicione, circondando l'oculo che dà luce all'interno, campeggia lo stemma (due delfini) del nobile Guarniero Marefoschi, munifico benefattore che a sue spese
E'costituito da due ante di bronzo (5 ql. di bronzo utilizzato) e fu donato al santuario il 16 novembre 1952 (data della proclamazione di Macerata "Città di Maria") dai cittadini residenti fuori Macerata. Progettato dallo scultore ascolano Carlo Cantalamessa, venne fuso a Roma dalla "Fonderia in metalli Veschi Arturo". Il portale, realizzato con stile sobrio e austero, sul modello delle Porte del Paradiso di Firenze di Lorenzo Ghiberti, esprime una summa dell'intera storia del santuario e della devozione dei Maceratesi.
La sovrapporta presenta la Madonna della Misericordia nella stessa iconografia della tela cinquecentesca dell'altare, affiancata dai santi Giuliano, Andrea, Rocco e Sebastiano, sullo sfondo della città di Macerata.
Nei quattro angoli sono scolpiti quattro stemmi: in alto a sinistra di Papa Pio XII (pontefice all'epoca della proclamazione di Macerata Città di Maria); a destra è lo stemma della città di Macerata; in basso a sinistra è lo stemma di Niccolò Dalle Aste, il vescovo che
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La cancellata in ferro (con le stelle a 8 punte, dello stemma della nobile famiglia Marefoschi), l'aula centrale e il presbiterio fino alla sede dell'Immagine cinquecentesca della Vergine furono costruiti su progetto e direzione dell'architetto Luigi Vanvitelli.
L'aula è rettangolare (m. 11x 4,50) ed è conclusa con un profondo arco trionfale. E' tutta rivestita di marmi pregiati.
Lungo le pareti si ammirano quattro tele ovali eseguite (1737) dal "celebre pittore" di S. Angelo in Vado (PU) raffiguranti le scene della vita di Maria (sotto riportate da sinistra verso destra):
Superato l'arco trionfale e oltrepassata l'elegante balaustra di marmo, si raggiunge il presbiterio (m. 6,50 X 4,60), di forma ellittica, ai cui angoli smussati si elevano quattro colonne di marmo pregiato su cui poggia direttamente la cupola, dipinta dal maceratese Giulio Canditoti, con lanterna. Il tutto fu realizzato negli anni 1738-1741.
Il presbiterio (come la navata) è rivestito di marmi pregiati.
Oltre l'altare, (abbellito dal paliotto eseguito da Spartaco Leclerc [1935]), e il tabernacolo, ambedue di marmo, progettati anch'essi dal Vanvitelli, domina la grande pala della Mater Misericordiae, di autore ignoto (inizio sec. XVI). La tela (m. 2,60 x 1,90) presenta la Madonna della Misericordia con il mantello aperto e sostenuto da due angioletti, a cui si affiancano, a sinistra, S. Giuliano, patrono di Macerata, e S. Andrea apostolo, protettore della Confraternita degli Schiavoni (Il lirici); e a destra S. Rocco e S. Sebastiano, entrambi invocati contro le epidemie di peste.
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A seguito di un secondo voto emesso dal Comune (3 luglio 1855) per scongiurare il cholera morbus asiatico, fu costruito dal 1860 al 1893 un ampliamento dell'aula centrale con un lungo ambulacro formato da dure bracci che fiancheggiano l'aula originaria, riunendosi in un'esedra semicircolare che circonda il presbiterio.
L'ambulacro di sinistra, l'esedra e il nuovo campanile (che sostituì quello del Vanvitelli posto a ridosso dell'altare della Vergine) furono portati a termine nel 1863, su progetto dell'architetto maceratese Giovanni Montini. Dopo una lunga sospensione, l'ambulacro fu completato negli anni 1892-1893 con il braccio di destra secondo il progetto del fermano Giuseppe Rossi.
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La sagrestia (ricostruzione del 1958) fu progettata dal Vanvitelli di cui conserva il marmoreo lavabo con delfini.
In essa, oltre gli armadi lignei (uno del 1700) che conservano pregiata suppellettile liturgica (pianete, piviali, paliotti), vi sono consolidi, inginocchiatoi, reliquiari del '700; inoltre una piccola Icona mariana russa (sec. XVII), la Madonna della pietà di Fr. Mancini, S. Apollonia martire (del Sassoferrato).
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